RISORSE

"Bisogna obbedire a Dio piuttosto che agli uomini" 

(Atti degli Apostoli 5, 29)

"Le leggi che non sono fatte per il benessere dei sudditi e per la salvaguardia del "bene comune" ma solo nell'interesse personale di chi detiene l'autorità politica sono dunque "tiranniche", e non devono di conseguenza essere in alcun caso osservate".

Tommaso, Somma Teologica, cit., I, II, q. 92, 1, 2, 3, eq. 96, 4.

Nel paese dei balocchi

(colonna sonora tratta dalla rivista Volumineide)

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P. Ma dimmi, amico Lucignolo, dove mi hai condotto?
L. Nel Paese dei Balocchi, burattino Pinocchio!
P. Nel Paese dei Balocchi? eh, ma come è bello questo paese! Raccontami qualche cosa. Che cosa si fa qui?
L. Non l'hai visto?
P. No!
L. Si gioca sempre e non si studia mai.
P. Non si studia mai??
L. Mai!
P. Che bellezza! Perdindirindina! Raccontami, raccontami!
L. Nel Paese dei Balocchi siamo tutti un poco sciocchi, ma importanza ciò non ha.
Siamo sciocchi, siamo allocchi, siam ferlocchi, ma che fà!
Qui, sia grandi che piccini, siamo tutti un po' cretini, burattini in libertà.
Burattini, burattini, burattini, in verità.

P. Qui, le teste son di legno, qui è proibito avere ingegno.
Chi ragiona in questo regno non è degno di campà!

L. Qui, il pensiero più profondo è di fare il girotondo proprio in mezzo alla città.
Girotondo. girotondo, girotondo, lariolà.

P. L'altro dì, nel passeggiare mi son messo a fischiettare.
Un fantoccio impertinente ha esclamato là per là:
"Che discorso intelligente! Ti faremo Podestà"

L. Qui, il pensiero più profondo è di fare il girotondo proprio in mezzo alla città.
Girotondo, girotondo, girotondo, lariolà.

P. Se vo' a scuola son distratto, se mi prude me lo gratto.
Non so mai una parola, non so niente, ma che fa!
Mi han promosso, perché a scuola per ischerzo ci si va.

L. Nel Paese dei Balocchi siamo tutti un poco sciocchi, ma importanza ciò non ha.
Siamo sciocchi, siamo allocchi, siam ferlocchi, ma che fa!
Qui, sia grandi che piccini, siamo tutti un po' cretini, burattini in libertà.
Burattini, burattini, burattini, in verità.

P. Se mi crescono le orecchie, che m'importa? Son Pinocchio!
Son degli asini lo specchio, ma son celebre e immortal!

P. L. Qui, il pensieio più profondo è di fare il girotondo proprio in mezzo alla città.
Girotondo, girotondo, girotondo e lariolà!

In questa sezione vengono offerti degli spunti a chi, per motivi di studio, professionali, personali o per semplice curiosità, vuole approfondire il tema della disobbedienza approfondendo il tema attraverso varie discipline o personaggi che, grazie ai loro atti di disobbedienza, hanno permesso all'umanità di evolvere e crescere, condividendo le loro intuizioni con l'intera umanità.

Storia e mitologia

Prometeo (in greco antico Προμηθεύς, Promethéus, "colui che riflette prima"), è una figura della mitologia greca, titano, figlio di Giapeto e di Climene. A questo eroe amico del genere umano sono legati alcuni antichissimi miti che ebbero fortuna e diffusione in Grecia. Egli è anche "cugino" di Zeus, essendo anche quest'ultimo figlio di un titano, Crono. Le tradizioni differiscono talvolta sul nome della madre. Viene citata Asia, figlia di Oceano o Climene, anch'ella un' Oceanina. Una leggenda più antica lo rendeva figlio di un Gigante, chiamato Eurimedonte, il quale lo aveva generato violentando Era, il che spiegherebbe l'avversione di Zeus verso Prometeo. Prometeo ha vari fratelli: Epimeteo, che è, in contrasto con lui, il "maldestro" per eccellenza, Atlante, Menezio. Prometeo si sposò a sua volta. Il nome di sua moglie varia egualmente secondo gli autori: il più delle volte è Celeno, o anche Climene. I suoi figli sono Deucalione, Lico e Chimereo, ai quali si aggiungono talvolta Etneo, Elleno e Tebe.
La sua azione, posta ai primordi dell'umanità, si esplicava in antitesi a Zeus, dando origine alla condizione esistenziale umana. Nella storia della cultura occidentale, Prometeo è rimasto simbolo di ribellione e di sfida alle autorità e alle imposizioni, e così anche come metafora del pensiero, archetipo di un sapere sciolto dai vincoli del mito, della falsificazione e dell'ideologia... Senza la disobbedienza di Prometeo, non vi sarebbe progresso umano. 

Fonte wikipedia

Antigone (Ἀντιγόνη, Antigóne) è una tragedia di Sofocle, rappresentata per la prima volta ad Atene alle Grandi Dionisie del 442 a.C. L'opera racconta la storia di Antigone, che decide di dare sepoltura al cadavere del fratello Polinice contro la volontà del nuovo re di Tebe Creonte. Scoperta, Antigone viene condannata dal re a vivere il resto dei suoi giorni imprigionata in una grotta.

Sofocle illustra in questo dramma l'eterno conflitto tra autorità e potere: in termini contemporanei, è il problema della legittimità del diritto positivo. Il contrasto tra Antigone e Creonte si riferisce infatti (almeno in parte) alla disputa tra leggi divine e leggi umane. In una società come quella dell'antica Grecia dove la politica (gli affari che concernono la città) sono esclusiva degli uomini, il ruolo di dissidente della giovane donna Antigone si carica di molteplici significati, ed è rimasto anche dopo millenni un esempio sorprendente di complessità e ricchezza drammaturgica. La ribellione di Antigone non riguarda infatti soltanto la sottomissione al nomos del re, ma anche il rispetto delle convenzioni sociali che vedevano la donna come sempre sottomessa e rispettosa della volontà dell’uomo

Presentando lo scontro tra privato cittadino e Stato dispotico, l’Antigone è stata spesso vista, in tempi moderni, come una metafora dei diritti del singolo contro gli Stati totalitari (nonostante Sofocle nella sua opera non si schieri apertamente a favore di nessuna delle due parti). Emblematiche, a questo proposito, le rappresentazioni di Bertolt Brecht a Zurigo (1948) e Salvador Espriu (1955), contro i rispettivi regimi oppressivi (la Germania nazista e la Spagna franchista) in un periodo in cui tali Stati erano caratterizzati dal totalitarismo o ne erano appena usciti. Anche il Teatro Harbin, proveniente dalla Cina, presentò a Delfi nel 1980 una versione dell’opera che metteva in guardia contro i soprusi di un’autorità ingiusta, rappresentando Antigone in maniera assolutamente positiva e Creonte come rappresentante del male.

Fonte wikipedia

Adamo ed Eva. Secondo alcune confessioni del cristianesimo il peccato originale è il peccato che Adamo ed Eva, i progenitori dell'umanità nella tradizione biblica, avrebbero commesso contro Dio, così come descritto nella Genesi, cui seguì la caduta dell'uomo. Il peccato originale viene descritto come ciò che ha diviso l'uomo da Dio e che ha reso l'uomo mortale. Simbolicamente possiede vari significati a seconda delle interpretazioni che ne sono state date, ma in generale rappresenta la disobbedienza dell'uomo verso Dio nel voler decidere da solo che cosa sia bene e che cosa sia male.

"Se questo inizio è certamente una "caduta", la perdita dell'armonia che caraterizzava l'esistenza dell'Eden, e un destino ineluttabile di fatica e sofferenza a cui gli esseri umani sono condannati fino alla fine dei tempi per espiare la colpa originaria di quella disobbedienza primordiale, tuttavia è solo con quell'atto che l'uomo si fa realmente tale, diverso e superiore rispetto alle altre creature del paradiso, non per volontà del Creatore, ma in virtù di una libera scelta. Di più, in quella disobbedienza è contenuta - specialmente nell'interpretazione profetica - anche una promessa di felicità, la possibilità per l'uomo di creare un nuovo Eden, una nuova armonia con la natura, questa volta interamente umana".

fonte: R. Laudani, Disobbedienza, 2010 Il Mulino

È la storia di un incontro, questo libro intimo e provocatorio: tra una grande scrittrice che ha fatto della parola il proprio strumento per raccontare la realtà e una donna intelligente e volitiva a cui la parola è stata negata. Non potrebbero essere più diverse, Dacia Maraini e Chiara di Assisi, la santa che nella grande Storia scritta dagli uomini ha sempre vissuto all’ombra di Francesco. Eppure sono indissolubilmente legate dal bisogno di esprimere sempre la propria voce. Chiara ha dodici anni appena quando vede “il matto” di Assisi spogliarsi davanti al vescovo e alla città. È bella, nobile e destinata a un ottimo matrimonio, ma quel giorno la sua vita si accende del fuoco della chiamata: seguirà lo scandaloso trentenne dalle orecchie a sventola e si ritirerà dal mondo per abbracciare, nella solitudine di un’esistenza quasi carceraria, la povertà e la libertà di non possedere. Sta tutta qui la disobbedienza di Chiara, in questo strappo creativo alle convenzioni di un’epoca declinata al maschile. Perché, ieri come oggi, avere coraggio significa per una donna pensare e scegliere con la propria testa, anche attraverso un silenzio nutrito di idee. In questo racconto, che a volte si fa scontro appassionato, segnato da sogni e continue domande, Dacia Maraini traccia per noi il ritratto vivido di una Chiara che prima è donna, poi santa dal corpo tormentato ma felice: una creatura che ha saputo dare vita a un linguaggio rivoluzionario e superare le regole del suo tempo per seguirne una, la sua.

Fonte: sito RCSLibri

Fotografia

Ritratti del potere

Il progetto Olivier Silva, che Rineke Dijkstra ha svolto nel corso di più di tre anni, ha come protagonista un giovane che nel luglio del 2000 si arruola volontariamente nella Légion étrangère. Viene ritratto in precisi momenti dell'intenso addestramento, svoltosi in Francia e in Africa: dal primo giorno dell'arruolamento, ad Aubagne presso Marsiglia, fino alla partenza in missione in diverse parti del mondo (Gabon, Costa d'Avorio e Gibuti) nel 2003. Le fotografie mostrano chiaramente la metamorfosi subita nell'arco degli anni dal giovane uomo, un ragazzo dall'aria innocente che si trasforma in soldato d'élite energico e professionale, inquadrato in uno dei corpi militari più duri e controversi del mondo.

 

English version

Scienza e Tecnologia

Galileo Galilei è il fondatore, assieme ad altri, della scienza moderna. Accostarsi alla sua figura ha quindi lo scopo di precisare i caratteri della scienza moderna. Vuol dire però anche riprecisare il quadro complessivo del sapere dato che la nascita della scienza moderna ha richiesto che anche tutte le altre discipline, dalla filosofia alla teologia, riconsiderassero la propria collocazione e il proprio metodo. Oltre a questo, Galilei è anche stato protagonista di una vicenda personale per molti versi drammatica segnata dal “conflitto” con la Chiesa del tempo.

Nel 1616 venne “processato” in senso approssimativo, infatti, venne scritto un decreto che inseriva nell’Indice dei Libri proibiti tre opere, di Copernico, dell’agostiniano spagnolo Diego De Zuniga e del italiano Paolo Foscarini. Il libro del Foscarini difendeva il sistema copernicano come non contrario alla fede cristiana. Quello dello Zuniga interpretava alcuni passi della Bibbia in accordo con il copernicanesimo. L’opuscolo del Foscarini fu proibito completamente, il testo di Copernico fu corretto in alcuni punti in modo che apparisse chiaro che si trattava non di una teoria veritiera ma solo di un utile artificio per i calcoli astronomici, quello dello Zuniga fu emendato facilmente perché le cose da cambiare erano assai poche. Il motivo di queste censure era che la teoria copernicana era falsa e contraria alla Sacra Scrittura.

Contemporaneamente si intimava a Galilei di abbandonare la teoria eliocentrica e di astenersi nel difenderla e diffonderla. Il processo si incentrò esclusivamente sulla disobbedienza di Galileo all’ingiunzione del 1616 di abbandonare la teoria copernicana. Galileo impostò la difesa sostenendo che nel Dialogo egli non aveva parteggiato per il copernicanesimo. Ma la sua difesa era molto debole, come risultava dal rapporto di tre teologi incaricati di esaminare proprio questo aspetto. L’esibizione da parte di Galileo di una lettera del cardinale Bellarmino a sua discolpa, comprovava l’esistenza della comunicazione della proibizione e quindi aggravava la situazione. Infine, il 30 aprile 1632, Galileo fu convinto a dichiarare che nel Dialogo egli aveva ecceduto nell’argomentare a sostegno della teoria eliocentrica.

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Puoi non vedere ancora nulla in superficie ma sottoterra il fuoco già divampa. In questa apocalittica visione di Y.B Mangunwijaya  si possono riconoscere le dinamiche del mondo convulso delle imprese high tech che, in furiosa competizione, sono spasmodicamente a caccia di scoperte rivoluzionarie in grado di fare la differenza. Mentre i comuni mortali vivono tranquilli, scienziati ma soprattutto imprenditori incontentabili percepiscono il fuoco e smaniano per spegnerlo per trasformare segrete fantasie in prodotti e creare nuovi business. E’ successo a Thomas Edison che sognò e riuscì a portare l’elettricità e le sue lampadine in tutte le case d’America prevedendo il successo con una frase poi rimasta famosa ”I have struck a big bonanza” e a Henri Benedict che annuciava a Philo Remington l’invenzione della macchina da scrivere “This is an idea that will revolutionize  business”.

Steve Jobs è diverso e a ricordarlo non sarà un’apodittica affermazione sul  successo della sua impresa ma un’audace esortazione “Siate affamati, siate folli”. Ma quanti la praticheranno? Quanti genitori avranno il coraggio di indicarla ai loro figli come viatico? E quanti nel loro curriculum scriveranno nelle note personali “Sempre affamato” e nelle attitudini  “Spesso folle”, pochi, pochissimi.

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Politica

Nelson Mandela, dopo aver intrapreso alcune campagne di disobbedienza in Sud Africa, era arrivato a concludere che la nonviolenza fosse possibile soltanto in stati a regime fondamentalmente democratico. Secondo Mandela (1994), infatti, la nonviolenza dovrebbe essere considerata come una tattica da "usarsi, ma che dovrebbe essere riconsiderata qualora risultasse inefficace. Capivo che qualsiasi legittima protesta da parte della maggioranza africana sarebbe stata spietatamente schiacciata. Lo stato di polizia non sembrava lontano. […] In India, Gandhi aveva, avuto a che fare con una potenza straniera in ultima analisi più realistica e lungimirante. In Sudafrica, con gli afrikaner, la situazione era completamente diversa. La resistenza passiva e nonviolenta è efficace nella misura in cui anche il nemico accetta le regole del gioco. Ma se alla protesta pacifica si risponde con la violenza, la si rende ben presto inefficace. Per me la nonviolenza non era un principio morale bensì una strategia; non c’è correttezza morale nell'usare un'arma inefficace. Ma le mie idee sulla questione non erano ancora ben definite, e il mio discorso era stato prematuro". 

Con Mandela si può parlare di disobbedienza prosociale, caratterizzata da un’inclusione delle altre categorie sociali all’interno della propria sfera morale, per cui le proprie azioni di disobbedienza sarebbero consapevolmente rivolte a beneficio, sia di sé e del proprio gruppo sia degli altri. Un chiaro esempio di quest’inclusione è descritto da Nelson Mandela nella conclusione della sua autobiografia: "dapprima, quand'ero studente, desideravo la libertà per me solo, l'effimera libertà di stare fuori la notte, di leggere ciò che mi piaceva, di andare dove volevo. Più tardi, a Johannesburg, quand'ero un giovane che cominciava a camminare sulle sue gambe, desideravo le fondamentali e onorevoli libertà di realizzare il mio potenziale, di guadagnarmi da vivere, di sposarmi e di avere una famiglia, la libertà di non essere ostacolato nelle mie legittime attività. Ma poi lentamente ho capito che non solo non ero libero, ma non lo erano nemmeno i miei fratelli e sorelle; ho capito che non solo la mia libertà era frustrata, ma anche quella di tutti coloro che condividevano la mia origine. E’ stato allora che sono entrato nell'African National Congress, e la mia sete di libertà personale si è trasformata nella sete più grande di libertà per la mia gente. […] E’ stato in quei lunghi anni di solitudine che la sete di libertà per la mia gente è diventata sete di libertà per tutto il popolo, bianco o nero che sia. Sapevo che l'oppressore era schiavo quanto l'oppresso, perché chi priva gli altri della libertà è prigioniero dell'odio, è chiuso dietro le sbarre del pregiudizio e della ristrettezza mentale. L'oppressore e l'oppresso sono entrambi derubati della loro umanità".

Fonte: D. Morselli, Obbedienza e disobbedienza: dinamiche psicosociali pera democrazia, Tesi di dottorato, 2003.

Martin Luther King, nato Michael King (Atlanta, 15 gennaio 1929 – Memphis, 4 aprile 1968), è stato un pastore protestante, politico e attivista statunitense, leader dei diritti civili.
Il suo nome viene accostato per la sua attività di pacifista a quello di Gandhi, il leader della non violenza della cui opera King è stato un appassionato studioso, ed a Richard Gregg, primo americano a teorizzare organicamente la lotta non violenta.
L'impegno civile di Martin Luther King è condensato nella Letter from Birmingham Jail (Lettera dalla prigione di Birmingham), scritta nel 1963, e in Strength to love (La forza di amare) che costituiscono un'appassionata enunciazione della sua indomabile crociata per la giustizia. La lettera dalla prigione di Birmingham, o lettera dal carcere di Birmingham, è una lettera aperta scritta il 16 aprile 1963 da Martin Luther King. King scrisse la lettera dal carcere di Birmingham, in Alabama, dove era incarcerato per la sua partecipazione ad una protesta non violenta contro la segregazione razziale. La lettera è una risposta alla dichiarazione scritta da otto ecclesiastici il 12 aprile intitolata A Call For Unity. I sacerdoti erano consapevoli che le ingiustizie sociali esistevano, ma si auguravano che la battaglia contro la segregazione razziale si combattesse solo nei tribunali, non nelle strade. King rispose che senza l'azione diretta e non violenta come la sua, non si sarebbero mai potuti ottenere dei veri diritti civili. Nella lettera scrive che «Questo "aspettate" significa quasi sempre "mai"». Inoltre King scrive che non solo la disobbedienza civile è giustificata dalla presenza di leggi ingiuste, ma «abbiamo anche la responsabilità morale di disobbedire alle leggi ingiuste: io concordo con sant'Agostino nel ritenere che "una legge ingiusta non è legge"».

Musica

John Winston Ono Lennon (Liverpool, 9 ottobre 1940 – New York, 8 dicembre 1980) è stato un cantautore, polistrumentista, poeta, attivista e attore britannico.
Dal 1962 al 1970 è stato compositore e cantante (solista) del gruppo musicale dei Beatles, dei quali, in coppia con Paul McCartney, ha composto anche la maggior parte delle canzoni. Con Paul McCartney ha formato una delle più importanti partnership musicali di successo della storia della musica del ventesimo secolo, scrivendo "alcune tra le canzoni più famose della storia del rock and roll". È il cantautore di maggior successo nella storia delle classifiche inglesi seguito da McCartney. Nel 2002, in un sondaggio della BBC sulle 100 personalità britanniche più importanti di tutti i tempi, si è classificato ottavo.
Terminata l'esperienza con i Beatles, John Lennon fu anche musicista solista, autore di disegni e testi poetici, nonché attivista politico e paladino del pacifismo. Questo gli causò non pochi problemi con le autorità statunitensi (F.B.I.), che per lungo tempo spiarono tutte le sue attività e quelle della moglie Yoko Ono, considerandolo un sovversivo e rifiutandogli più volte la Green Card. Fu assassinato a colpi di rivoltella da un suo stesso fan, Mark David Chapman, la sera dell'8 dicembre 1980 a New York. Si consiglia la visione del filmato "U.S.A. vs John Lennon", uno sguardo alla trasformazione di John lennon da musicista adorato dalle masse ad attivista pacifista, fino a icona ispiratrice di pace, che getta luce anche sui veri motivi e modi in cui il governo Usa tentò di metterlo a tacere.

Rino Gaetano, all'anagrafe Salvatore Antonio Gaetano (Crotone, 29 ottobre 1950 – Roma, 2 giugno 1981), è stato un cantautore italiano, considerato il "figlio unico" della canzone italiana, ricordato per la sua voce ruvida e spontanea, per la graffiante ironia delle sue canzoni nonché per la denuncia sociale, celata dietro i suoi testi apparentemente leggeri e disimpegnati.
Il cantautore calabrese, rimasto profondamente legato alla sua terra di origine, ha rifiutato sempre ogni tipo di etichetta e, a differenza dei suoi contemporanei, ha evitato di schierarsi politicamente. Nonostante questo, i suoi brani non mancano certo di riferimenti e critiche alla classe politica italiana: Rino arriverà a fare nomi e cognomi nelle sue canzoni e, anche per questo, i suoi testi e le sue esibizioni dal vivo verranno più volte censurati.

Edoardo Bennato è un cantautore, chitarrista e armonicista italiano. È ritenuto da molti critici e musicisti uno dei più grandi rocker italiani. Nel 1977 esce "Burattino senza fili", un disco che, sulla falsariga della storia del burattino di Collodi, analizza, critica e sentenzia su alcuni importanti aspetti sociali e filosofici che interessano la vita: il conflitto tra la sincerità dei piccoli e l'ipocrisia dei "grandi" (in Quando sarai grande); l'arroganza dei potenti e dei privilegiati (in In prigione, in prigione); la strumentalizzazione ipocrita della femminilità (in La fata); lo stato di isolamento in cui si trova chi cerca di dire qualcosa di semplice e sensato, senza secondi fini né interessi personali (in Tu grillo parlante). Questi temi torneranno anche nei dischi successivi, come nel più recente intitolato "Il capo dei briganti". In particolare nel brano che dà il titolo all'album Bennato cita Gricignano e l'insediamento americano della Us Navy: "Forte Apache a Gricignano è assediato dagli indiani, non si sentono più al sicuro neanche gli americani". Parole del "brigante" Edoardo che, con una sottilissima ironia, quale solo lui sa avere, sberleffa la camorra, convinta "padrona" del territorio. Non a caso si vedono anche i luoghi di Scampia e Casal di Principe, roccaforti dei clan campani. Ad essere sotto accusa è lo Stato italiano, a partire dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano verso il quale il cantante non usa certo parole tenere: "Sono il capo dei briganti, inseguito, braccato / ma sono il vero napolitano / quell’altro è un rinnegato". Perché, aggiunge "questa è terra di frontiera questa è terra di nessuno / se il tiranno la rivuole sarà muro contro muro". 

I Litfiba spesso parlano di disobbedienza civile affermando che "Disobbedienza civile" è soprattutto interrogarsi su argomenti taciuti o raccontati sempre dalla stessa prospettiva...come direbbe Pelù "ho tentato e sto tentando di farlo e tra tutti gli scenari che mi sono stati imposti, questo è quello che mi ha aiutato a sistemare qualche pezzo dell'infinito puzzle...e A denti stretti l'informazione disobbediente mi aiuta a scegliere la giusta via della libera obbedienza, con ferma convinzione che, grazie alla nostra consapevolezza, giunga finalmente per qualcuno il Colpo di Coda. e per dirla con Totò... "Tutti bravi, tutti buoni, ma solo in tempo di elezioni... Vota Antonio! Vota Antonio!"

Si consideri come il logo scelto dal gruppo musicale richiami il concetto di Effetto Lucifero e di coesistenza bene-male nella fusione simbolica del "cornu-cuore"!

Altri titoli...

Obbedienti e disobbedienti nella Storia

"Un ordine era un ordine"Erich Priebke

Tesi su Totò

Totò e la critica - Fulvio Di Giuseppe - UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI URBINO "CARLO BO" - FACOLTÀ DI SOCIOLOGIA - Corso di Laurea in Scienze della Comunicazione

La lettera a Savonarola dal film Non ci resta che piangere La lettera alla Malafemmina dal film Totò, Peppino e la Malafemmina - Un’analisi dell’umorismo nelle due lettere - Lunds Universitet Romanska Institutionen

Libri ribellistorie di bambini impertinenti